“GUARDARE LA PAROLA” – Spunti di riflessione sulle letture festive dell’Avvento nelle opere d’arte della diocesi

///“GUARDARE LA PAROLA” – Spunti di riflessione sulle letture festive dell’Avvento nelle opere d’arte della diocesi

II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C – “Preparate la via al Signore”- (Baruc 5,1-9   Salmo 125   Filippesi 1,4-6.8-11   Luca 3,1-6)

San Giovanni Battista nel deserto.

Olio su tela. Paolo Vetri, 1906.

Ragusa, chiesa Cattedrale di San Giovanni Battista

 

Il Vangelo di questa domenica ci presenta la figura di Giovanni Battista e la sua predicazione che invita tutti gli uomini a un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.  Egli incarna la profezia del profeta Isaia “voce di uno che grida nel deserto Preparate la via del Signore”.

La sua voce risuona infatti nel deserto della Giudea, in cui si è ritirato, e a lui accorrono le folle per ascoltare la sua parola ispirata e ricevere il battesimo nel fiume Giordano, quale segno dell’ impegno a convertirsi “raddrizzando i sentieri e preparando la via” in modo da poter accogliere con fede la venuta del Signore nella loro vita. L’invito della profezia di Isaia, fatta propria dal Battista risuona oggi per noi oggi anche nella colletta della II domenica di Avvento. È vicino infatti il giorno in cui Dio mostrerà “la luce della sua gloria con la misericordia e la giustizia che vengono da lui” come dice il profeta Baruc nella prima lettura; in quel giorno bisogna farsi trovare “integri e irreprensibili”, come il Battista e come San Paolo auspica che si trovino i Filippesi a cui è rivolta la lettera da cui è tratta la seconda lettura.

La figura imponente di Giovanni il Battista, che si staglia sullo sfondo di un paesaggio desertico, sulla riva del fiume Giordano, campeggia nella grande tela dipinta nel 1906 dal  pittore Paolo Vetri e posta sopra l’altare nella cappella del transetto sinistro della cattedrale di San Giovanni Battista a Ragusa.

Il Santo è raffigurato con i caratteristici segni iconografici che lo contraddistinguono: la pelle scura bruciata dal sole del deserto, la veste di pelo di cammello e la cintura di cuoio, riferite alla sua attività di profeta, e la croce di canna che ricorda la sua integrità, non è infatti “ una canna sbattuta dal vento”, e nello stesso tempo il suo essere precursore di Cristo anche nel martirio. Il braccio destro alzato allude alla sua predicazione, egli infatti indica la via della conversione, la via della salvezza che Dio sta tracciando perché il suo popolo possa tornare a lui.

La salvezza annunciata da Giovanni trova la sua realizzazione nel Cristo, raffigurato nelle sembianze di un agnello sopra la cui testa risplende una croce nimbata. Egli infatti è l’agnello che offrendosi in sacrificio sulla croce ha tolto i peccati del mondo e ci ha donato la salvezza.

La bambina bionda che indossa il vestitino del battesimo in pizzo francese ed abbraccia abbracciata l’agnello, è la marchesina Maria Carlotta Schininà di Sant’Elia, il dipinto venne infatti commissionato dalla madre, la marchesa Mariannina Schininà, in ringraziamento per la guarigione della figlia da lei attribuita all’intercessione del Battista.

Don Giuseppe Antoci

2022-01-03T09:40:57+01:00 5 Dicembre 2021|