“Guardare la Parola” L’arte a commento delle letture festive del Tempo di Natale

///“Guardare la Parola” L’arte a commento delle letture festive del Tempo di Natale

NATALE DEL SIGNORE

(Messa del giorno)

(Isaia 57,7-10   Salmo 97   Ebrei 1,1-6   Giovanni 1,1-18)

Il Cristianesimo è l’unica religione in cui Dio si fa uomo, in cui Dio prende la natura umana e viene ad abitare in mezzo agli uomini, letteralmente “ha posto la sua tenda in mezzo agli uomini”.

È bellissimo allora pensare che Dio, il Dio onnipotente, il Dio glorioso, il Dio creatore di tutte le cose diventa uno di noi, diventa un nostro fratello perché prende la nostra stessa natura umana.

Ed è ancora più bello che che Dio si è fatto “carne”,  e con questa espressione il vangelo di Giovanni vuole intendere l’uomo nella sua accezione di debolezza di finitezza di fragilità, che si rende plasticamente visibile proprio nel bambino di Betlemme.

Cosa c’è di più fragile, di più debole di un bambino, eppure quel bambino è il Dio potente, è il Salvatore, è il Redentore.

Questa è la logica di Dio: manifestare la sua grandezza nella piccolezza, la sua potenza nella debolezza, la sua vittoria nell’apparente sconfitta della Croce.

Ma questa logica è incomprensibile per gli uomini che faranno fatica a riconoscerlo e ad accoglierlo, eppure a quanti lo accolgono ha dato il potere di diventare Figli di Dio.

Ed è proprio questo il motivo per cui Dio si è fatto uomo: si è fatto come noi per farci come Lui.

Il dipinto raffigura la Maria e Giuseppe che presentano il Bambino Gesù ad Anna e Gioacchino che , secondo la tradizione apocrifa del Protovangelo di Giacomo sono i genitori della Madonna .

Gesù è raffigurato completamente nudo appoggiato ad un libro che Maria tiene in mano.

Egli è infatti la “Parola che si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi” ( Gv 1, 14a) e sua Madre è colei che disse all’Angelo Gabriele “avvenga in me secondo la tua parola”.

Lo Spirito Santo, raffigurato in forma di colomba e la nube che avvolge Maria ricordano il mistero dell’Incarnazione che era stato rivelato a Maria da Gabriele rispondendo alla sua domanda su come sarebbe avvenuto il concepimento di Gesù. “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. Lc 1,35a).

Il Bambino poggia la destra su una mela, simbolo del peccato, tenuta in mano da S. Anna e con la sinistra indica verso l’alto a ricordare che  Lui è Dio che si è fatto uomo per “salvare il suo popolo dai suoi peccati” (Mt. 1, 21b) .

Ai lati, San Giuseppe che tiene in mano il caratteristico segno iconografico del bastone fiorito e San Gioacchino , con il turbante sul capo che ricorda la sua dignità sacerdotale.

Il dipinto, collocato sull’altare maggiore della chiesa di S. Anna a Monterosso Almo, venne realizzato nel 1798 dal pittore catanese Sebastiano Monaco, di cui si conservano numerose opere nelle chiese della Sicilia sud orientale.

Don Giuseppe Antoci

 

2020-12-28T10:16:40+01:00 25 Dicembre 2020|

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