“Guardare la Parola”, l’arte a commento delle Letture festive del Tempo di Natale

///“Guardare la Parola”, l’arte a commento delle Letture festive del Tempo di Natale

II DOMENICA DOPO NATALE

La luce vera”

(Siracide 24, 1-4.8-12   Salmo 146    Efesini 1, 3-6.15-18    Giovanni 1, 1-18)

 

Il testo evangelico del “Prologo” di Giovanni ci presenta Cristo come luce. Luce degli uomini che splende e illumina le tenebre che avvolgono il mondo. 

Il mondo senza Dio è infatti avvolto nel buio; nel buio della paura, nel buio dell’angoscia, nel del non senso, nel buio della mancanza di prospettive. 

Cristo è venuto a portare la sua luce in tutte queste realtà a illuminando ogni uomo che in esse vive.

Con la sua luce tutto diviene comprensibile e anche ciò che provoca paura e angoscia acquista un senso nuovo.

La luce però deve essere accolta e chi la accoglie diventa egli stesso luce perché diventa figlio di Dio, illuminato da Lui e portatore della sua luce.

 

“La luce vera, quella che illumina ogni uomo” ( Giovanni 1,9) è il tema del dipinto raffigurante l’adorazione dei pastori conservato nella chiesa madre di Chiaramonte Gulfi Santa Maria la Nova di Chiaramonte Gulfi. 

La luce che illumina l’opera ha la sua origine nel Santo Bambino attorno a cui ruota tutta la rappresentazione. 

Dal suo corpicino adagiato sulla mangiatoria emana una luce sfolgorante che si diffonde attorno illuminando i volti della Vergine Maria di San Giuseppe e dei pastori a corsi ad adorarlo. 

A sottolineare ancora di più lo splendore di questa luce  è il bambino, in primo piano, che si ripara gli occhi con la mano, mentre la  madre, con un gesto delicato , lo spinge avanti verso la mangiatoia. 

Inoltre il pastore, con il manto rosso, la veste di pelli e l’agnello in braccio, illuminato anche lui dalla luce che emana il Santo Bambino, ha i caratteri iconografici di Giovanni il Battista, il quale “Non era lui la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce” (Giovanni , 1, 8).

In alto gli angeli, illuminati anch’essi dalla luce che emana dal Santo Bambino, reggono un cartiglio con le parole “Gloria a Dio nell’alto dei cieli” con cui hanno annunciato ai pastori la nascita di Gesù e tengono in mano il turibolo con l’incenso in riferimento alla sua divinità.

Il dipinto venne realizzato, secondo gli storici locali, dal pittore chiaramontano Simone Ventura nella prima metà del secolo XVIII,  riproducendo un opera del pittore napoletano Sebastiano Conca dipinta a Roma nel 1720 per il cardinale Ottoboni ed oggi conservata al Paul Getty Museum di Los Angeles (USA).

              Don  Giuseppe Antoci

 

2021-01-05T10:22:59+01:00 3 Gennaio 2021|

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