Ricorre domani il quarto anniversario dell’ingresso in Diocesi di monsignor Carmelo Cuttitta. Quattro anni di attenta e feconda guida pastorale che hanno accompagnato la nostra Chiesa tra la gente, lungo i sentieri tracciati dal Vangelo. Anzi, così come disse monsignor Cuttitta nel giorno del suo arrivo a Ragusa, dalla gioia del Vangelo. «Dal punto di vista ecclesiale sappiamo – disse nel suo primo discorso rispondendo ai saluti di benvenuto – di dover fare riferimento alla gioia del Vangelo, attraverso l’annuncio costante e concreto dell’unica verità che viene da Cristo e genera gioia grande in chi si dichiara disponibile a far entrare nel suo vissuto il Signore Gesù».
E questo è diventato un po’ il manifesto del suo episcopato ragusano, il manifesto di una Chiesa sempre più “in uscita”, come ama indicare Papa Francesco, e sempre più indirizzate verso le periferie dell’esistenza. Una Chiesa che annuncia il Vangelo tra la gente di un territorio laborioso e intriso di spiritualità ma nel quale non mancano certo problemi e difficoltà, talvolta anche drammi. E all’annuncio, monsignor Cuttitta ha fatto seguire un’azione di carità, spesso lontano dai riflettori ma non per questo meno attenta, prendendo in carico situazioni critiche e non sempre facili da gestire. In questi casi, l’azione pastorale e di carità si è trasformata in un messaggio di condivisione e di speranza.
In questi quattro anni da vescovo di Ragusa particolare attenzione monsignor Cuttitta ha dedicato al seminario e alle vocazioni. Non è quindi sicuramente un caso che ha scelto di celebrare l’anniversario del suo ingresso in Diocesi con l’ordinazione diaconale del seminarista Vincenzo Guastella. L’ordinazione avverrà alle 20 in cattedrale nel corso di una solenne concelebrazione che sarà presieduta proprio dal vescovo. L’ordinazione diaconale di Guastella è uno dei frutti della rinnovata azione pastorale per le vocazioni.
Il seminarista Vincenzo Guastella, 31 anni, si è formato nella parrocchia San Giuseppe Artigiano di Ragusa, ha studiato al seminario San Mamiliano di Palermo e attualmente svolge il suo servizio nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Ragusa. Ha studiato al liceo scientifico “Fermi” e subito dopo il diploma si è arruolato nell’Esercito, riuscendo ad entrare nella Brigata Paracadutisti “Folgore”. «Ero molto contento – ha scritto per il mensile diocesano Insieme – di far parte di quella famiglia, anche perché la Brigata era interessata in alcuni teatri operativi partecipando in svariate missioni tra cui l’Afghanistan. Il mio obiettivo nella vita era quello di partecipare ad una di queste missioni perché avevo sentito parlare della triste realtà dei bambini soldato ed io volevo partecipare proprio per salvarne almeno uno». Un infortunio lo ha però costretto a rinunciare alla missione in Afghanistan e, a casa, ha appreso dell’attentato a un mezzo militare italiano nel quale avevano perso la vita diversi soldati. Da un colloquio con il suo parroco la svolta, le dimissioni dall’Esercito e la decisione di entrare in Seminario, prima a Ragusa, poi a Palermo.